Handle from birth

Vorrei spendere due parole su questo argomento.

In linea di massima il fatto di maneggiare un animale dal momento in cui nasce è considerato un pregio per un allevatore. Questo perché il contatto precoce con l'uomo è un elemento importantissimo nella socializzazione del soggetto. Nel cane e in altre specie è addirittura dimostrato che determinati stimoli pre-natali (ovvero prima ancora della nascita) vadano ad influire sul carattere dei nascituri.

Tuttavia negli ultimi anni si è stabilito un forte pensiero opposto e ci sono sempre più persone (per lo più in paesi esteri) che decidono di seguirlo. Ovvero: non maneggiare i cuccioli di ratto nel primo mese di vita.

Premetto subito che non sono qui per dare addosso a tale scuola di pensiero.

Per quanto in un primo momento la cosa possa fare inorridire, nasce con un suo perché, che adesso spiegherò brevemente. Nel ratto il temperamento ha una forte componente genetica.

Ciò vuol dire che accoppiando soggetti aggressivi è probabile nascano figli con aggressività intra-interspecifica. Viceversa, accoppiando soggetti docili, si otterranno anche discendenti sempre più docili (e questo è il principio dietro alla domesticazione stessa che l'uomo ha effettuato su ogni animale domestico). Detto ciò, per farla breve, il concetto è questo: maneggiando i piccoli nel primo mese di vita li si abitua all'uomo, ad essere toccati e maneggiati, in un'età in cui ancora non hanno mostrato il loro vero temperamento. Così facendo quindi, intorno al mese di vita, il comportamento che vedremo non sarà causato dall'indole del ratto stesso, ma il vero temperamento risulterà mascherato dalla socializzazione avvenuta a priori.

Quindi risulterà difficile capire quali soggetti siano i migliori per poter proseguire nell'allevamento e anche capire quali ratti si riveleranno adeguati compagni di vita per qualunque tipo di famiglia (anche neofiti, bambini, ecc.). Qual'è quindi il problema, vi starete chiedendo, se a seguito della socializzazione gli aspetti caratteriali negativi del ratto vengono nascosti?

Ratti aggressivi ma socializzati possono divenire vere e proprie bombe ad orologeria.

Quando matureranno, infatti, pian piano tornerà comunque fuori la loro essenza.

Magari per una settimana non potranno essere maneggiati come al solito dal proprio umano (a causa di vacanze o eventi normali nella vita di una persona) e sarà allora che il loro vero temperamento uscirà fuori, inaspettato. Quei ratti potranno iniziare a mordere improvvisamente o mostrarsi schivi e far capire che non apprezzano veramente la compagnia dell'uomo, ma la tolleravano soltanto perché abituati.

Ci sarebbe tanto altro da dire in merito, ma la sintesi è questa. E ho usato l'esempio del morso per una più semplice comprensione, ma non per forza la situazione dev'essere così tragica.

Per tali motivi comunque questo gruppo di allevatori suggerisce di non maneggiare i cuccioli nel primo mese: in tal modo, intorno alle 4 settimane di età, si potrà vedere come reagisce ognuno dei rattini, se gradisce e cerca l'uomo pur non conoscendolo o se ne è spaventato. E ciò permetterà di conoscerli per ciò che sono davvero e non per come li abbiamo abituati.

E io con questo sono d'accordo, non lo sto negando. Ma c'è un grandissimo MA!

Se una persona conosce il ratto e ha esperienza con esso (anni, non qualche settimana o un paio di mesi) riesce a percepire le differenze anche in cuccioli socializzati.

L'allevatore serio li vede crescere, vede chi è stato il primo ad esplorare la mano e chi all'inizio fuggiva. Capisce quali cuccioli crescono e migliorano e quali avevano già una marcia in più.

Una persona veramente esperta le differenze le vede lo stesso, conosce i suoi animali e sa avanzare di conseguenza. E questa è la strada che intendo seguire anche io.

Non rinnego le conoscenze che ho acquisito parlando con persone che hanno una mentalità diversa dalla mia e anzi le ringrazio perché anche loro mi aiutano a crescere e migliorare.

Ritengo che per capire se utilizzare o meno un metodo occorra prima conoscerlo. Io questo ho fatto e poi mi sono affidata alle mie esperienze e a ciò che vedo/tocco con mano.

Il mio scopo resta comunque quello di avere ratti socievoli con l'uomo per propria indole, con un temperamento idoneo ad un animale domestico (e non solo per capriccio nostro: un animale sereno ed equilibrato vive meglio di uno che si sente fuori posto e vien da sé che un ratto aggressivo tanto bene non sta). Fornire però al cucciolo gli elementi per vivere meglio la propria vita di ratto è a mio avviso altrettanto importante.

E' noto a tutti che in ogni animale esistano dei periodi sensibili durante i quali è fondamentale che il cucciolo partecipi a determinate esperienze. Se non lo farà, alcune competenze gli saranno precluse per sempre. E' il caso, ad esempio, di cani fobici che si trovano al canile e che risulta difficilissimo ri-educare perché non hanno avuto contatto con l'uomo e/o con altri animali proprio nei periodi sensibili.

Non voglio quindi assolutamente privare i miei rattini di questi momenti e di queste esperienze.
Ma avrò sempre un occhio di riguardo (anche due) per il temperamento innato di ogni soggetto.

Chi conosce veramente un animale può fare entrambe le cose.

Se invece una persona inizia ad allevare coi primi ratti che ha e/o non conosce adeguatamente l'animale, allora il consiglio estero è sicuramente il più indicato da seguire per non spargere a destra e manca ratti che rischiano di divenire ingestibili per le famiglie che decidono di adottarli.

 

 

Vale <:3( )~~