Consanguinity

Essendomi stata posta questa domanda/critica, ho deciso di spendere due parole sulla consanguineità negli accoppiamenti tra ratti.

Parto da una riflessione: perché la maggioranza delle persone vede come negativo un accoppiamento tra animali che sono parenti?

Perché siamo abituati a pensare che un figlio nato da parenti possa presentare dei problemi, anomalie, patologie di vario tipo.

E' vera questa cosa? Certo, è vera... SE e sottolineo SE entrambi i genitori sono portatori di eventuali patologie ereditarie, che quindi i figli manifesteranno.

Questo è un punto molto importante perché ci fa comprendere due cose:

- se la nostra linea è esente da problemi ereditari, pur accoppiando animali che sono parenti, i figli non presenteranno alcun tipo di problema proprio perché questo non è presente dal principio, nemmeno nascosto nel genoma dei genitori;

- se la nostra linea porta qualche problema ereditabile geneticamente, l'unico modo per scoprirlo e "pulirla" da tale problema è proprio effettuare accoppiamenti in consanguineità. In questo modo ci si scontra col problema e lo si può analizzare e affrontare, prendendo poi la direzione più opportuna (sempre parlando in ambito allevatoriale).

Altro vantaggio non da poco della consanguineità è che è l'unico metodo che permette di fissare più velocemente anche gli aspetti positivi, sia morfologici che per quanto concerne la salute.

Quindi effettuando accoppiamenti tra consanguinei si fa un lavoro che apporta doppi vantaggi: da un lato si porta alla luce quel che non va, per eliminarlo/modificarlo, dall'altro si premiano le caratteristiche da portare avanti, in modo che vengano incentivate e non perdute.

Chi riproduce sempre e solo soggetti non consanguinei, in un animale come il ratto, non ha il controllo pieno della propria linea. Senza contare questo fatto: anche soggetti per nulla imparentati potrebbero portare lo stesso difetto genetico, senza mostrarlo, e quindi trasmetterlo ai figli esattamente come succederebbe con un accoppiamento tra consanguinei. La differenza è che nel primo caso ci vorrebbe molto più tempo per scoprire di avere il problema, e quindi anche per risolverlo. Nel secondo caso invece si sanno subito tutti i punti di forza e le debolezze di una linea di sangue, e si può lavorare subito per migliorare le carte in tavola.

C'è inoltre da considerare il fatto che esiste un tipo di consanguineità più stretto (genitori-figli e sorelle-fratelli) e un tipo meno rigido (cugini, zii-nipoti, ecc.) e che anche tutte le varianti annesse possono tornare più o meno utili a seconda degli scopi dell'allevamento e del tipo di miglioramenti che si desidera ottenere.
Ovviamente più si sta stretti, più si restringe il pool genetico, e quindi diminuisce la diversità genetica della linea di sangue. Il ratto è un animale che regge molto bene anche la consanguineità più stretta (si parla di almeno 10 generazioni) e ciò permette un ampio margine di controllo in merito.

Ciò non toglie che dopo diverse generazioni sia bene inserire anche sangue nuovo, col fine di rinfrescare il patrimonio genetico, ma avendo accortezza di conoscere ciò che si inserisce nella propria linea, per evitare di inficiare il lavoro svolto in precedenza. Questo viene fatto per impedire un impoverimento genetico (come in tutte le cose, il troppo stroppia), che alla lunga potrebbe portare ad un indebolimento della linea stessa.

In conclusione, per come la vedo io, la consanguineità è un importante strumento e come tale va saputo usare e dosare.

 

 

Vale <:3( )---